FABRIZIO SANI

Alessia

ANNO 01 | NUMERO 03 | GEN 2023

Quand’ero distratto avevo ancora quattordici anni,
avevo ancora diciannove anni, avevo ancora ventidue anni.
Non avevo imparato niente sull’amore
E camminavo e parlavo, con incoscienza.
Roma, dietro le rughe, mi ha riconosciuto
E non mi ha avvertito.
Quand’ero gradevole era notte in periferia
E mi dondolavo tra l’immondizia
Sperando di sfiorarti la mano prima di entrare a casa.
Non era mai esistito un domani,
attraverso mille tubature mi disperdevo.
Adesso dov’è che sono andato a finire?
Quand’ero vivo non ci pensavo alla vita
Né alla mia, né alla tua.
Pensavo alle parole dei libri, a certi suoni,
alla carne, la tua e la mia.
Neanche un attimo all’ombra che lasciano quelle parole
Dentro di me mentre le dico a te.
Quand’ero verbo mi modellavo con quei libri,
e lì cercavo altre parole, altri suoni, altra carne.
Tutte cose che tu avevi già negli occhi.
E camminavo e parlavo, con incoscienza.
Roma, dietro le rughe, mi ha riconosciuto
E non mi ha avvertito.

Quand’ero incauto ero nudo e ti abbracciavo.
E tu, pur se nuda, ti scostavi.
Separavi la materia dallo spirito, la notte dalla mattina;
o più semplicemente continuavi la rincorsa,
chissà se inseguita o alla ricerca dell’espiazione
per ciò che sono mentre lo ero.

Gennaio 2023

© 2023 "Alessia​​​​" è una pubblicazione digitale della rivista letteraria Nido di Gazza.
Tutti i diritti correlati alla presente rivista sono riservati agli autori e collaboratori di Nido di Gazza.

Nido di Gazza | Rivista Letteraria - Nido di Gazza © Copyright 2023