Alice Cervia

Cadono giù

ANNO 01 | NUMERO 06 | APR 2023

– Ma perché proprio Carrara?

– Non lo so.

– E soltanto lì?

– Sì.

Di fronte ai due impiegati uno schedario sconfinato, colonne di faldoni color crema a perdita d’occhio, l’inferno della catalogazione analogica. Camminavano da oltre un’ora ed erano ancora all’altezza della lettera A.

A Carrara intanto ne cadeva un’altra. 

Continuava così da una settimana: la temperatura si abbassava di qualche grado, nuvole nere si addensavano in un punto preciso e cominciavano a vorticare trascinate da quella brezza gelida. Pochi minuti dopo una bolla gelatinosa si schiantava al suolo, schizzando nell’impatto i malcapitati lì intorno. Inodore, insapore, appiccicosa. Fatta analizzare in laboratorio non conteneva tracce di H2O, non si trattava insomma del prodotto di un qualche strano fenomeno atmosferico.

I test di laboratorio non avevano rivelato niente. Le ipotesi si facevano sempre più fantasiose, ma nessuna conseguenza tangibile veniva registrata. Chi veniva colpito dalla gelatina in caduta libera continuava a godere di ottima o pessima salute, esattamente come prima dell’impatto. 

I primi video del fenomeno avevano scalato rapidamente le classifiche di visualizzazioni ed erano stati ripresi anche dai TG, ma, mancando conseguenze degne di nota, l’interesse era andato pian piano scemando.

Quando l’ultima in ordine di tempo si schiantò al centro di Piazza Alberica, quasi nessuno ci fece caso.

Quasi, perché Ruben era di vedetta. Lo avevano avvertito dall’archivio.

Era vestito da pesca, con stivaloni a mezza coscia, cappello, ami e retino. Ogni tanto lo vedevano così combinato in posti improbabili e si era creato quella fama da Matto che alla lunga protegge da ogni sguardo e dona uno scudo di invisibilità, molto utile nel suo settore. 

Quando l’ultima si schiantò in piazza Alberica, mancando di poco la fontana, ne raccolse i resti col retino e la trasferì in un barattolo per i vermi. 

Sperava che in archivio si sbrigassero a tappare la falla, non aveva più l’età per gestire certe emergenze.

– Eccoci alla C, Carrara,

– Da dove escono vorrei sapere, le porte più vicine sono alla A e alla Z e sono chiuse…

– Qui però c’è lo scarico dell’impianto di condizionamento: è bucato.

– Si fanno ogni giorno più furbe, per fortuna le abbiamo recuperate quasi tutte. Sigilliamo.

Gli impiegati del Centro Catalogazione Anime del Purgatorio si erano meritati una pausa.

– Caffè?

– Orzo.

Aprile 2023

© 2023 "Cadono giù" è una pubblicazione digitale della rivista letteraria Nido di Gazza.
Tutti i diritti correlati alla presente rivista sono riservati agli autori e collaboratori di Nido di Gazza.

Nido di Gazza | Rivista Letteraria - Nido di Gazza © Copyright 2023