A cosa servono queste labbra strette, sigillate in gelida morsa;
queste mani, a cosa servono se non possono sentire la tua pelle di pesca; questi occhi, vacui non toccano i tuoi, che son come viride gemme incastonate in oro corvino;
desidero le tue cosce il tuo seno accogliente;
ti desidero nuda, demone di fragile voluttuosità; sazia il mio corpo, intorpidito, consunto, dal dolce male della vita lascia che io muoia tra le tue gambe, che son per me estasiante ed infernale giaciglio.