Chiara Fumagalli
Pinzirita
ANNO 02 | NUMERO 15 | GEN 2024
Nacqui una mattina di agosto sull’asse del tavolo della nostra casa di campagna.
Nonna, che di figli ne aveva partoriti otto proprio in quella cucina, sentenziò che non era il caso di scomodare gli uomini Paternò che “nuatri fimmini n’aviemu bisugnu di nuddu”.
Così mamma venne messa supina, allargò le gambe e mi spinse fuori al ritmo della Litania.
Nonna prese tra le braccia un esserino, il cui volto pareva un cielo puntinato di stelle. Quella marea di lentiggini mi era valso il soprannome di Pinzirita.
Sembravo, infatti, una delle bestie dell’allevamento di nonno, quelle col muso tutto pieno di macchie scure. Dalle pecore ereditai anche il carattere.
“ Pinzirita ‘otinni a pigghiari l’acqua o’ puzzu.”
“ Pinzirita, chiama ‘o dutturi chi l’armali sta figghiannu ”
“ Pinzirita, vèni cu mia…Pinzirita…”
Ed io, docile come un agnello, obbedivo. Una mattina, mentre mungevo le pecore, mi si avvicinò Mena. Aveva gli occhi lividi e i capelli spettinati. Si sollevò la gonna davanti a me: lungo le cosce, un rivolo di sangue.
“Cu fu?” provai a chiedere.
“Pinzirita…Pinzirita ” piangeva e implorava.
“CU FU ?” urlai.
Una voce maschile concitata e ansimante mi trafisse le spalle.
Sorda mi feci.
“Pinzirita, muta a’ stari. ‘U capisti?”
Ora anche lui gridava.
Mai mi voltai.
Correndo trascinai Mena fino alla casa di nonna.
“E chi vò fari? Infangari u parrinu?”
Nonna prima rise, poi ci costrinse al silenzio.
“Pinzirita sei.”
Lo ribadì più volte perché non me lo scordassi.
“Pecora sei”.
Avevo sedici anni e non parlai.
Trent’anni sono passati. Sono seduta nel mio studio, in via Etnea.
Bussano alla porta.
È Viola. Di anni ne ha quindici e vuole denunciare lo zio che l’ha stuprata.
Sua madre la tiene per mano. Cerco di fare il mio dovere senza aggiungere vergogna al dolore. Lei risponde a tutte le domande mentre fissa con insistenza le mie lentiggini. Quando chiude la porta corro allo specchio.
Le mie lentiggini. Le accarezzo ad una ad una.
Pinzirita mi avevano battezzata, perché pinzirita mi volevano.
Non ero pecora.
Ero un ariete.
Adesso lo so.
Gennaio 2024