Emiliano Peguiron

Agglomerati

ANNO 02 | NUMERO 16 | FEB 2024

Prima di una grande abbuffata c’è sempre un grande silenzio. Il tagliaerba ruota ed estirpa le erbacce. Mauro si sente minacciato dallo stridente suono metallico, gli occhiali da sole incollati ai capelli, qualche ciuffo ogni tanto popola il suo volto lentigginoso. La tavola è quasi pronta, Cristina e Andrea, senza alcun tipo di frenesia, risolvono gli ultimi preparativi. A Cristina scappa un grosso sbadiglio; Andrea è girato di spalle, si toglie la camicia sporca di sangue ed emette un sospiro quasi impercettibile, un battito d’ali di mosca, la stessa che si è poggiata per prima in maniera avida sulla camicia bianca chiazzata di rosso. L’agnello infilzato gira con precisione sopra alla brace, è quasi cotto a puntino. Manca poco, a breve tutti prenderanno posto.

Mauro insieme a Simone, Maria e Alessandra, inizia a scendere la lunga scalinata che dalle loro stanze porta al giardino in cui è previsto il grande pranzo pasquale. I quattro procedono a due a due con matematici passi: Mauro al fianco di Alessandra, Simone vicino a Maria. Questi ultimi si trovano davanti ai primi di tre scalini. Alessandra chiacchiera e rivolge domande a Mauro che, impassibile, risponde a monosillabi. Il giovane sembra particolarmente svogliato o semplicemente distante, come se qualcosa lo turbasse. Effettivamente, sta pensando al silenzio prima del pranzo e le parole della ragazza gli risultano mute, non perché irrilevanti ma perché non gli arrivano. Simone e Maria, al contrario, conversano come due fiumi in piena, è tutto un botta e risposta, un linguaggio bidimensionale e armonico, sono due lancette impazzite che viaggiano contemporaneamente, alla stessa andatura.

Sono all’ultimo gradino, Simone e Maria, e iniziano già a salutare da lontano Andrea e Cristina. A Mauro e Alessandra, invece, mancano tre scalini per raggiungere gli amici, salutare gli altri due commensali e prendere parte alla danza di forchette e coltelli.

Mauro si ferma. Alessandra non se ne rende conto, ancora troppo immersa nei suoi discorsi e convinta che l’amico la stia ascoltando. Lei raggiunge gli altri quattro e inizia ad abbracciarli e a baciarli. Mauro è ancora fermo a quattro scalini dal giardino. Guarda gli altri, noncuranti della sua momentanea assenza, avvicinarsi alla grande tavola imbandita, piena di prelibatezze. Mauro osserva ancora, col sudore che gli tiene incollato le ciocche di capelli alle lentiggini. Vede Andrea tirare su l’agnello, estrarre lo spiedo metallico che lo teneva fisso a cuocere e portarlo al centro della tavola come un dono sanguinolento. Ipnotizzato dagli eventi che intorno a lui scorrono implacabilmente, con un lungo salto Mauro divora gli scalini restanti e a grandi falcate raggiunge gli altri. Si siede vicino ad Alessandra che non lo degna di uno sguardo. Andrea inizia sfregare due lame e il suono stridente terrorizza Mauro. D’improvviso Andrea scaglia uno dei due coltellacci sulla testa dell’agnello, mozzandola di netto.

Mauro ha un riflesso involontario e si gira dal lato di Cristina che si è appena portata una mano alla bocca. Poi, il ragazzo guarda estasiato le sue posate, la sua immagine riflessa sull’argento e un filo di bava gli cade sul tovagliolo adagiato sulle gambe tremanti.

Febbraio 2024

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