Achille gironzola per casa facendomi il verso.

Guarda il suo fratellone con aria complice e con piglio da adulto dichiara: “Quando la mamma legge Dune non caga più nessuno!”.

Inutile spiegare che ero arrivata proprio al punto in cui il protagonista indiscusso della saga, Leto II, l’Imperatore-Dio di Dune già Arrakis ora Rakis, sta istruendo le Ittiointerpreti sul mantra da ripetere nelle orge divine in sua adorazione.

Da quando Dune è entrato nella mia caotica vita – e intendo tutti e sei gli ingombranti libri della saga di quel fottuto genio di Franz Herbert – vedo ovunque i suoi personaggi e paesaggi.

È successo anche stamattina, scendendo al mare. Appena superato l’ultimo angolo di strada, il paesaggio si apre. “Questa spiaggia è uguale al deserto di Sitch Tabr! Ci sono dei Fremen nascosti dietro quelle rocce!”. Achille e il nonno mi osservano interrogativi. “Ma siiiii! Dai! Laggiù! Quella è la strettoia tra le rocce che porta alla trappola del vento del villaggio di Stilgar!”. Sconsolati, mi assecondano ascoltando il mio delirio.

Andiamo a piazzare l’ombrellone e gli asciugamani, e neanche il tempo di mettere il costume, vengo attirata dalla vista della vicina, foderata nel suo pareo nero con foulard abbinato. “Buongiorno Reverenda Madre, i miei rispetti” dico inchinandomi alla maestosità di una Bene Gesserit. Spero di non indispettire: potrebbe usare la Voce su di me facendomi buttare a mare con tutti i vestiti.

Mentre si avviano verso il bagnasciuga, sento Achille che racconta al nonno di quando, ieri sera, ho stoppato il film nel momento in cui D-3BO scruta il deserto di Tatooine. “Ferma! Eccolo! Quello scheletro adagiato lungo il profilo della duna, ė un Verme di Arrakis!”.

Questa volta non è la mia immaginazione, andate a controllare! Star wars – Episodio IV – Una nuova speranza. Quando i droidi escono dal guscio di salvataggio con in tasca i piani della Morte Nera, non potete non notare questo romantico omaggio di George Lucas al suo maggiore ispiratore.