È stato allora che è sceso
In quella cucina fredda,
Ha tolto dal fuoco il pentolino
D’acqua.
Poi si è seduto
– Il the è aromatico, il miele
Troppo dolce –
Macchie di umidità sul soffitto,
Briciole di biscotto cadono
sulla tovaglia,
Ruvide sotto i suoi polpastrelli,
Ruvide come le sue palpebre.
Ha già le cosce segnate dalla paglia
Della sedia, male alla schiena:
Non ha più l’età per dormire
Stretto sul bordo del letto.
Mentre lei
– Dana, Ana, o come diamine si chiama –
Dorme ronzando come una bambina;
Il braccio a penzoloni,
Le dita a sfiorare, sul pavimento,
Le mutandine rosa.
Fuori, la neve scricchiola
Sotto le ruote di un camion,
Nello stesso istante, sopra di lui
Sfarfalla una lampadina.
Nel portavivande, abbandonato sul davanzale, c’è un limone:
Gli viene voglia di annusarlo e
Di immaginarsi in riva al mare.