Davide Vassallo

Inverno

ANNO 02 | NUMERO 24 | OTT 2024

È stato allora che è sceso 

In quella cucina fredda,
Ha tolto dal fuoco il pentolino 

D’acqua. 

Poi si è seduto 

– Il the è aromatico, il miele 

Troppo dolce –
Macchie di umidità sul soffitto, 

Briciole di biscotto cadono 

sulla tovaglia,
Ruvide sotto i suoi polpastrelli, 

Ruvide come le sue palpebre.
Ha già le cosce segnate dalla paglia 

Della sedia, male alla schiena: 

Non ha più l’età per dormire
Stretto sul bordo del letto.


Mentre lei 

– Dana, Ana, o come diamine si chiama – 

Dorme ronzando come una bambina; 

Il braccio a penzoloni,
Le dita a sfiorare, sul pavimento, 

Le mutandine rosa.
Fuori, la neve scricchiola 

Sotto le ruote di un camion,
Nello stesso istante, sopra di lui 

Sfarfalla una lampadina.


Nel portavivande, abbandonato sul davanzale, c’è un limone: 

Gli viene voglia di annusarlo e 

Di immaginarsi in riva al mare. 

Ottobre 2024

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